Riprendiamo la pubblicazione delle nostre recensioni condivise partendo dall’ultimo incontro di Dialoghi a fumetti tenutosi a Febbraio. Protagonista della nostra discussione è stata in questo caso la saga di Hellboy scritta da Mike Mignola e illustrato da John Byrne. Pubblicato negli stati uniti da Dark Horse, di cui è diventata una delle testate simbolo, Hellboy arriva in italia grazie a MagicPress nella traduzione di Mauro Neri. L’immagine di copertina è disegnata come sempre da Luigi Cecchi e la recensione è stata scritta da Francesca Porcelli che ringraziamo per il contributo.
Il tratto distintivo di questo fumetto – che ci ha colpito subito tutti è lo stile grafico che, indubbiamente molto peculiare, spinge il lettore a reimpostare i propri canoni immaginativi e allo stesso tempo lo coinvolge in un’atmosfera tipicamente noir. Reimpostare nel senso che proprio lo stile con cui l’autore si approccia al ‘foglio’ segue una logica forse ‘inusuale’: sono le ombre che caratterizzano i personaggi, le quali usate in modo magistrale, non li nascondono, ma li qualificano in quanto tali. Vale a dire che le ombre non sono messe per nascondere, ma per valorizzare i corpi; i quali sembrano quindi essere ‘ombreggiati’ solo una volta essere ultimati, solo dopo, cioè, l’autore aggiunge le ombre. Uno stile quindi coraggioso, poiché sembra quasi tenda a togliere piuttosto che ad aggiungere, quasi come se stesse scolpendo i personaggi.
Hellboy è un demone, riconoscibile dall’aspetto esteriore anche solo intravedendo pochi tratti distintivi, come per esempio gli occhiali e la sua mano di pietra, tra le ombre. È anche su questo che gioca lo stile ‘ombrato’: rendere facilmente riconoscibili i personaggi in modo da favorire una maggiore immedesimazione nella storia e, perché no, anche con i personaggi stessi. Il protagonista è un demone che è stato richiamato dall’aldilà da un gruppo di nazisti (anche l’aspetto storico è decisamente ben calibrato) con lo scopo di scatenare l’Apocalisse, ma una volta cresciuto, decide di dedicarsi alla lotta contro il paranormale, lotta che diviene il suo lavoro.
I tratti salienti della storia e della caratterizzazione dei personaggi emergono piano piano nei vari racconti in cui è suddiviso il fumetto, senza fornire una spiegazione specifica, ma implicano sicuramente un coinvolgimento con il passato storico e del protagonista stesso. Il passato storico quindi viene portato al lettore quasi tramite degli indizi, che lui stesso dovrà decifrare e caricare di significato.
Allo stesso tempo Hellboy riconosce in sé stesso dei tratti caratteriali e fisici del tutto personali, ma non riesce a spiegarsi il motivo di certe sue reazioni; riconosce il fatto che nel momento in cui si arrabbia perde totalmente il controllo di sé stesso e questo lo fa sentire insicuro o inadeguato. Caratteristiche che denotano una forte fisicità ma anche una grande capacità di analisi, una grande consapevolezza (e quindi anche grande intelligenza) da parte del protagonista; che di conseguenza è alla continua scoperta di sé stesso e del suo posto nel mondo. È questo il messaggio, o per lo meno uno dei messaggi, riconoscibili all’interno del fumetto: sono le scelte quotidiane che ci descrivono, non le percezioni esteriori o le decisioni prese in passato, anzi, è la percezione di noi stessi nel presente che cambia il nostro modo di relazionarci con l’altro e solo la continua scoperta e ricerca di sé può portare ad una crescita autentica. Non ha senso pensarsi e riconoscersi in compartimenti stagni o stereotipati, poiché si rischia di chiudersi in un’“identità” che non è in grado di trans-formarsi.
La storia quindi, nel suo intreccio tra storie investigative alla ricerca del paranormale e storie del personaggio utilizza la figurazione e i tempi della narrazione della storia in maniera fluida lasciando il giusto spazio alla valorizzazione dei corpi e alle attitudini dei personaggi. L’intreccio non avviene in modo separato e scollegato, ma emerge in modo organico. E così la narrazione può seguire in maniera coordinata le prerogative del fumetto, così che per il lettore è naturale e immediato proiettarsi nel mondo fantastico di Hellboy, riuscendo a seguire i personaggi tra ricostruzione del passato e visione critico-politica, senza perdere il gusto del racconto.